Quella della leggenda del pianista sull’oceano è stata una storia che ha affascinato un po’ tutte le generazioni, ma questa volta vogliamo raccontarvi una storia che, se non proprio simile, ci risulta altrettanto affascinante. Qui non è il pianista a non scendere mai a terra ma, alla stazione Tiburtina di Roma, è il pianoforte a restare.
Posizionato in un angolo dell’ingresso della stazione Tiburtina, il pianoforte è stato messo a disposizione di tutti i passanti. Sono in molti infatti, habitué e viaggiatori occasionali, che si avvicendano su quei tasti bianchi e neri e molti altri si soffermano semplicemente ad ascoltare, molte volte incantati. Sulla sua cassa nera, un cartello rosso invita i passanti a restare: “Play me, I’m yours” (Suonami, sono tuo).
L’idea di portare un piano in una stazione è partita otto anni fa dall’artista inglese Luke Jerram, al quale non piaceva la lontananza tipica di questi luoghi dove ci si incrocia ignorandosi, ed oggi sono più di 1300 i pianoforti nelle stazioni di tutto il mondo, di cui in Italia anche a Venezia Santa Lucia, Firenze Santa Maria Novella, Milano Centrale e Porta Nuova. Lo scopo è quindi quello di combattere la spersonalizzazione e ridare l’anima ai non luoghi, forzando la socialità tra sconosciuti che si incontrano senza nemmeno guardarsi.
E chissà se diventerà occasione anche per qualche nostro corregionale che, dovendo stazionare anche solo per una manciata di minuti alla stazione Tiburtina, si deciderà di mettersi a suonare quel piano, regalando forse alcuni momenti di buona musica ai passanti e ricevendo, seppur da lontano, anche da noi, i nostri applausi.