Tra i 1.250 posti messi a bando, in Lombardia, per l’insegnamento dell’italiano nelle scuole medie e superiori, soltanto 550 sono stati i candidati ammessi agli orali.
Erano più di 1.900, infatti, i candidati al concorso tenutosi in Lombardia lo scorso 2 Maggio, di cui più del 70 % sono stati bocciati agli scritti, e di questi almeno un centinaio provengono dalle regioni meridionali , soprattutto da Sicilia, Calabria e Puglia.
Proprio quest’ultimi, alla luce dei disastrosi risultati, hanno deciso di fare ricorso, denunciando innanzitutto quelle che hanno giudicato delle “tracce improponibili”, insieme alle modalità di svolgimento previste che li costringeva ad utilizzare un vecchio software di scrittura il quale non permetteva nemmeno di fare un copia incolla o addirittura un salvataggio automatico dei dati.
Partendo dalle tracce date, nelle prove si richiedeva ai partecipanti di creare sei lezioni o unità didattiche e di modularle in maniera diversa a seconda se erano destinate ad alunni di scuola media o superiore. Era prevista anche una prova in lingua inglese che consisteva nel rispondere a due domande a risposta chiusa.
Molti i sospetti, al momento non avvalorate da prove o dati , che quei posti messi a bando non fossero reali ma solo annunciati, da cui si spiegherebbe la ragione delle altissime percentuali di bocciature in tutta Italia.
Come se non bastasse, dalle varie testimonianze risulta che, in alcune aule, i commissari hanno fatto firmare sull’esterno le buste che contenevano i codici identificativi di ciascun candidato, violando così il diritto all’anonimato. Altra presunta irregolarità riguarda le griglie per la valutazione che stabilivano quali punteggi assegnare per i vari aspetti della prova, le quali invece sono state stabilite solo dopo lo svolgimento dell’esame.
Molti insegnanti denunciano così i «vizi nella formazione delle commissioni », pensando pure all’ introito di circa 60 centesimi previsto per ogni compito, e chiedono delle misure per un provvedimento cautelare urgente.